La parrocchia di San Pio X comprende la zona nord della città ed è delimitata dalle seguenti strade: via Manzoni (lato sud), via dei Normanni, lato est di via Collodi, via Lazazzera, via della Croce, via Protospata (lato ovest), via Dante (lato Cimitero Vecchio fino alla rotatoria e poi ambo i lati), via Nazionale lato ovest fino all’incrocio con via Manzoni di cui fa parte il lato sud.
La parrocchia fu eretta canonicamente il 1° gennaio 1960 con decreto di Mons. Giacomo Palombella dopo aver ascoltato il Consiglio del Capitolo Cattedrale ne stabiliva la costituzione, “riconosciuta la giusta causa canonica … e in vista del bene delle anime, considerate le attuali derivate dallo sviluppo demografico ed edilizio di questa città”, come una nuova parrocchia separando parte del territorio rientrante in precedenza in quella di Maria Santissima Annunziata.
Il riconoscimento civile della erezione canonica della Parrocchia avvenne il 16 gennaio 1961 e il decreto porta la firma di Gronchi, Presidente della Repubblica dell’epoca e controfirmato dall’on. Scelba, Ministro degli interni col visto del Guardasigilli Gonella.
Non c’era ancora la Chiesa e l’istituto case popolari assegnò due negozi, per tale finalità, ubicati sotto il porticato di fronte alla bella piazza circondata già dalle palazzine in mattoni rossi, le cui abitazioni erano state assegnate agli abitanti che avevano iniziato a sfollare i Sassi. Per creare una certa continuità il primo Parroco, don Tommaso Rondinone, registrò il suono delle campane della Chiesa di San Giovanni Battista per diffonderlo attraverso gli altoparlanti della nuova chiesa.
Oltre ai locali che fungevano da Chiesa alla Parrocchia fu data anche una casa che doveva servire come abitazione per il Parroco. In realtà furono le primissime strutture per le attività pastorali.
Un campo in terra battuta, nel Largo Leopardi, veniva utilizzato per le accese partite di calcio.
Nel settembre del ‘63 iniziò la costruzione della nuova Chiesa, con fondi a totale carico dello Stato.
Architetto progettista fu Angelo Olivieri e la costruzione dell’edificio fu affidata all’impresa Eustachio Spagnuoli .
Il 5 giugno 1965 lo stesso Mons. Palombella consacrò la nuova chiesa di forma ottagonale.
Come possiamo notare ancora oggi la sua forma ottagonale dà un senso immediato di accoglienza e le sue molteplici finestre la riempiono di luce (anche se per ragioni economiche i primi vetri furono di plastica).
Dal centro pende un candelabro costruito dall’ottimo artigiano Domenico Nicoletti.
Negli anni ‘70 fu possibile iniziare una serie di lavori per rendere la Chiesa più bella e funzionale. Furono eliminati due Altari laterali per ricavare maggiore spazio nell’aula e l’altare centrale fu abbassato per rendere più vicino il presidente dall’assemblea.
Negli anni ‘80 furono sostituiti le finestre di plastica con finestre lavorate in vetro dalles e cemento, opera dell’artista Peppino Mitarotonda, che sviluppano il tema particolare della storia della salvezza.
La fila inferiore rappresenta la creazione, al centro del Presbiterio il sole ricorda la creazione della luce: “sia fatta la luce e la luce fu” (Gen 1,1). Poi si sviluppa un movimento ondeggiante ad indicare la creazione dalle acque, del firmamento e infine, sulla sinistra, una cellula che si rompe e diventa sangue: la vita.
Nella fila superiore ogni finestra, di forma esagonale, rappresenta un momento particolare della storia della salvezza, seguendo un ordine cronologico: la creazione dell’uomo (due mani che forgiano la creta), il peccato raffigurato dal serpente, la chiamata di Abramo, il nome di Dio (Jahvè in lingua ebraica), Mosè e le tavole della legge, una corona regale per indicare il Regno di Davide simbolo del Regno di Cristo, Maria, Gesù, la discesa dello Spirito Santo (una fiamma più grande che si divide in dodici fiammelle), Pietro protagonista della fase iniziale della storia della Chiesa, al centro l’anagramma del nome di Gesù in corrispondenza simmetrica alla finestra col nome di Jahvè) e gli Evangelisti Marco, Matteo Luca e Giovanni. Chiude la serie la rappresentazione di un agnello sgozzato, simbolo del trionfo finale di Cristo, secondo la visione del libro dell’Apocalisse.
Negli anni ‘90 iniziarono i lavori più significativi per risolvere il problema dello spazio diventato insufficiente, la copertura della Chiesa per tentare di risolvere il problema termico e la sostituzione dei vetri di plastica dell’ultima fila delle finestre; il progetto fu affidato al giovane architetto Michele Lamacchia. Bisogna riconoscergli il grande merito di aver armonizzato i nuovi lavori con lo stile della Chiesa già esistente. Fu creato un porticato per eliminare il bussolone in mattoni che toglieva parecchio spazio all’interno della Chiesa, la plastica delle finestre superiori fu sostituito con vetro cattedrale e la parte esterna della volta fu coperta da tegole rosse su materiale refrattario e camera d’aria.
Negli anni ’90 fu la volta del Presbitero. Un bel pavimento di biancone di Trani, rosso Alicante e giallo Siena, (progettato dall’architetto Gaetano Linguiti) ha sostituto il cemento che inizialmente costituiva il povero pavimento.
Anche la parete dietro l’Altare è stata ricoperta di marmo di Trani: una larga fascia di giallo Siena fa da guida verso il Tabernacolo, la cui porticina in bronzo è opera di P. Alfonso Serafini o.s.b.
Un senso di grande gratitudine va ad alcuni colleghi di Don Tommaso, professori della Scuola di Avviamento che, con grande impegno e sacrificio, costruirono quaranta banchi di ferro e mogano in stile svedese che tutt’ora sono usati.
La pittrice Susanna Rossi dipinse su quattordici pannelli di legno multistrato le stazioni della Via Crucis.
La statua in legno di San Pio X fu donata dal compianto Giovanni Sabino come anche le statue del Cuore di Gesù e di Maria Ausiliatrice. Ulteriori lavori furono eseguiti nell’ anno 2002 con il rifacimento del pavimento della chiesa, che riprende il tema del Presbiterio ed infine, a seguito di problemi statici, nel 2010, furono eseguiti lavori di consolidamento che hanno riguardato la zona dell’edificio sacro vicino il campanile, struttura ben armonizzata con la restante struttura.
Nel 2020 sono stati infine realizzati i lavori di adeguamento liturgico del presbiterio che erano stati programmati l’anno precedente e finanziati attraverso le offerte raccolte dal “Pranzo del Parrocchiano” e grazie al contributo di alcuni benefattori. Sono stati realizzati quindi il nuovo altare, il nuovo ambone e il nuovo fonte battesimale.