Consacrazione Altare


DISCORSO DI DON DOMENICO MONACIELLO AL TERMINE DELLA CERIMONIA DELLA CONSACRAZIONE DELL’ALTARE

Al termine di questa suggestiva liturgia mi sento di manifestare, interpretando i sentimenti di tutta la Comunità, la gioia per questo ulteriore dono che il Signore ha fatto a questa porzione del Suo Popolo.
Grazie Eccellenza per la sua presenza oggi e per la sua premura pastorale anche in questo periodo così difficile e travagliato che stiamo vivendo come fedeli e a causa del quale abbiamo dovuto rinviare ad oggi questa celebrazione inizialmente prevista per il 20 marzo.
Che questo giorno di festa sia un ulteriore segno di speranza per ripartire dopo i lunghi giorni di lontananza forzata.
Il mio pensiero dalle vicende presenti va subito alla storia, al compianto Don Tommaso che tante volte aveva manifestato, in mia presenza, il desiderio di completare quella preziosa opera di adeguamento liturgico, da lui portata avanti con tanto impegno e amore, con la creazione di questi luoghi liturgici che solo oggi abbiamo potuto consacrare e benedire.
Si rendeva necessario soprattutto la realizzazione di un altare fisso, dato che il precedente mostrava i segni del tempo, essendo ancora quello posto in questa Chiesa dopo il Concilio Vaticano II.
Nessuno poteva prevedere neanche minimamente le difficoltà economiche a cui saremmo andati tutti incontro quando abbiamo commissionato i lavori a fine 2019.
Ispirandomi alla pianta di ottagono irregolare che contraddistingue l’edificio di culto, grazie all’aiuto e alla consulenza di Noemi Zaccagnino e i preziosi consigli del Consiglio degli Affari economici, i tre nuovi luoghi liturgici sono stati pensati per richiamare quindi questa simbologia e, da un punto di vista prettamente liturgico, il concetto teologico dell’ottavo giorno (ovvero del giorno dopo il sabato) di chiara natura escatologica e in un contesto pienamente Pasquale.
La pietra usata per realizzarli è la stessa con cui è realizzato il presbiterio con cui si armonizzano i nuovi elementi grazie alla semplicità dei simboli che li ornano e merito anche della maestria della Marmeria Parchitelli che li ha realizzati.
La candela incisa sull’ambone è chiaro riferimento alla Parola di Dio: luce che illumina il cammino del cristiano.
La croce latina che sormonta tre onde richiama, sul fonte battesimale, la morte in Cristo per rinascere a vita nuova nella dimensione Trinitaria.
Le lettere sull’altare indicano, per tradizione, il nome di Gesù ma anche ricordano, secondo un altro uso del trigramma, che Lui è il Salvatore dell’umanità, salvezza che si realizza in modo mirabile attraverso il sacrificio eucaristico.
La reliquia (frammento del corpo di S. Annibale Maria di Francia, Santo ricevuto da San Pio X in udienza il 4 febbraio del 1906) che abbiamo riposto al suo interno, sul retro ma comunque visibile, è un dono dei Padri Rogazionisti che, per tramite del caro Padre Angelo Sardone che tante volte viene ad affiancarmi nel ministero, ci devono ricordare quella comune e universale vocazione alla santità a cui tutti siamo orientati in piena collaborazione.
Siamo qui oggi grazie anche alla generosità di quanti hanno organizzato e partecipato, lo scorso dicembre, al pranzo del parrocchiano perché è grazie al loro contributo che abbiamo potuto realizzare altare e ambone. Per il fonte devo ringraziare direttamente tre famiglie che si sono fatte carico entusiasticamente del suo acquisto con l’auspicio che, già dal prossimo 2 giugno, i battesimi siano il segno tangibile di una Parrocchia che cresce in quantità e qualità.
Il grazie a quanti, come gruppo liturgico ed operativo tutto, al coro, a Padre Angelo, Don Vittorio, il diacono Giuseppe e il seminarista Davide, hanno preparato questa giornata e assicurano, in questo tempo più che mai, il decoro di questa “casa di Dio tra le case degli uomini” nel rispetto delle norme dateci per la nostra salute.
Sono riconoscente a Carlo Iuorno per aver messo a disposizione, come parrocchiano oltre che professionista, il suo tempo per gli aspetti audio anche di questa giornata.
Grazie a TRM che ha aperto le porte della nostra chiesa ai tanti telespettatori che ci hanno seguiti da casa.
Grazie a tutti voi, pietre vive del Tempio Santo di Dio.

Ci benedica e sostenga sempre il Signore, asceso al cielo anche per sostenerci nel nostro servizio pastorale, e ci accompagni l’intercessione della Beata Vergine Maria della Bruna e di San Pio X.